Siamo fiorentini. Lo sappiamo siamo controversi. Se discutiamo con un’altra persona abbiamo 3 pareri in 2. Se andiamo a vedere i “fochi” di S.Giovanni, come recitava una vecchia canzone di Leonardo Pieraccioni, la classica frase è “l’eran meglio quegli’attr anni”. Se siamo sotto assedio, come accadde nel 1529, a disprezzo degli avversari siamo capaci di giocare una partita di calcio. Siamo fiorentini.
Siamo contorti. Siamo capaci di contestare Baggio passato all’odiata Juventus salvo poi sciogliersi in un boato e in un lungo applauso quando Roberto raccoglie una sciarpa viola piovuta dalla tribuna. Siamo gli amanti traditi da Nicola Berti che alla prima da ex a Firenze, dopo 25 minuti, dovette essere sostituito dall’allora allenatore dell’Inter, Trapattoni. Non era in grado di giocare a causa delle contestazioni. Siamo fiorentini.
Siamo particolari. Lo sappiamo. E’ vero nel nostro vocabolario non esiste la parola equilibrio. Ma sappiamo anche dare tanto affetto, cuore, passione e lealtà.
Siamo quelli che aspettano le 3 di notte la squadra allo stadio in 30.000 per la vittoria di una coppa italia.
Siamo quelli che si disperano per un ingiusto fallimento ma siamo anche quelli che si presentano al successivo campionato di C2 con 17.000 abbonamenti.
Siamo quelli che vanno in 20.000 a Verona per l’ultima di campionato contro il Chievo pur sapendo che l’eventuale vittoria non vale il 4 posto perché calciopoli è già in atto.
Siamo quelli che fanno la festa, sempre allo stadio in 30.000, per un 4 posto che questa volta vuol dire champions.
Siamo quelli che se si vince “siamo più forti dell’anno scorso” e se si perde “ma indò si vole andare”.
Siamo quelli che alla prima di campionato a Bologna diciamo“Jovetic è ancora immaturo, forse sarebbe meglio mandarlo a farsi le ossa “ e dopo la terza di campionato “Jovetic deve assolutamente giocare”.
Siamo così. Prendeteci così.
Gran parte delle tifoseria, noi siamo fra questi, è rimasta delusa dalla campagna acquisti e l’abbiamo criticata. Ma la passione rimane immutata e anche la fiducia nella proprietà. Nessuno, ribadisco nessuno, vuole che la famiglia Marchigiana se ne vada da Firenze. Ma, cari Della Valle, permetteteci almeno di criticare.
In fin dei conti siamo fiorentini…