Arbitri e dintorni…

8 03 2010

Mentre il campionato della Fiorentina ormai e’ definitivamente saltato, e mentre siamo in attesa del partitone di domani, ci viene la voglia di fare qualche amara considerazione.

La prima: FORTE E CHIARA.

Il campionato italiano nelle ultime settimane e’ completamente PILOTATO. A farne le spese principalmente sono state Inter e Fiorentina: gli ennesimi rigori non concessi alle due squadre anche nell’ultima tornata sono segno tangibile del fatto che gli arbitraggi hanno due scopi prefissati:

a) il campionato deve restare aperto fino alle ultime giornate

b) la Fiorentina non deve rientrare nella lotta per un posto in Europa e a trarne beneficio devono essere Milan, Roma, Juventus e Napoli  che non possono sopportare economicamente una stagione del tutto fallimentare e per alcune di esse il posto Champions e’ fondamentale.

E’ bene essere chiari, il rendimento della Fiorentina in campionato e’ disastroso ma con quei 5/6 punti in piu’ a quota 40/41 la classifica avrebbe avuto tutto un altro aspetto. Come si dice: tre indizi fanno una prova…e qui di indizi ne abbiamo una caterva.

Seconda questione.

Proprio in queste ore il gotha del calcio si ‘ riunito per pronunciare l’ennesimo NO alla moviola in campo e a qualsiasi tipo di ingerenza tecnica nella gestione delle partite. La risposta arrivata dai vertici e’ chiara: VOGLIAMO CONTINUARE A MANEGGIARE a piacimento il calcio e per fare questo abbiamo bisogno di arbitri compiacenti che non vengano sbugiardati dalla moviola in campo.

Arriveremo ad un momento in cui gli stadi saranno completamente vuoti e a Platini, Blatter e gli altri maneggioni nostrani non restera’ che una sana partita a risiko.





Cara Proprietà…ecco la Regola del Vantaggio

26 02 2010

Cara Proprietà,

Basta!

Ormai è un dato di fatto: il FAIRPLAY non paga e quindi diciamo BASTA!

Basta ai terzi tempi!

Basta ai silenzi stampa dopo furti clamorosi!

Basta ai toni pacati!

Basta stare tranquilli in campo e non protestare!

Basta alle dichiarazioni di circostanza!

Altrimenti i tifosi smetteranno di andare allo stadio…

Meno sorrisi e più pugni battuti sui tavoli!

Facciamoci sentire: ma non sottovoce…MA URLANDO!!!

L’Italia e’ marcia e il Campionato di Calcio e’ la sua cartina di tornasole.

I FIORENTINI non ci stanno…FIRENZE non ci sta…

LA REGOLA DEL VANTAGGIO

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L’applicazione del “vantaggio” è un potere che il Regolamento (regola 5 – punto 11) attribuisce all’Arbitro nell’interesse esclusivo delle squadre.

Per maggiore chiarezza esplicativa, dividiamo in due parti quanto previsto dalla Regola:

  • L’arbitro permetterà che il gioco continui quando la squadra, contro la quale è stata commessa un’infrazione, beneficia (dalla mancata interruzione) di un vantaggio;
  • L’arbitro punirà l’infrazione commessa inizialmente se il vantaggio accordato non si concretizza in quel momento.
  • La prima parte della disposizione consente all’Arbitro di non punire con un calcio di punizione (o di rigore) l’infrazione commessa da un calciatore, nel caso in cui egli ritiene che l’interruzione del gioco finirebbe con lo svantaggiare la squadra che ha subito la stessa infrazione.
    In conformità a questa disposizione, quindi, l’Arbitro nel momento in cui rileva un’infrazione deve soppesare, da una parte, il vantaggio che ha una squadra nell’avere assegnato a favore un calcio di punizione (o di rigore) e, dall’altra, la possibilità di proseguire efficacemente il gioco, tenendo conto di diverse circostanze (stato del terreno, lontananza dalla porta avversaria, dislocazione dei calciatori, …).
    Nella propria valutazione, l’Arbitro deve anche tenere presente se l’infrazione commessa è meritevole di provvedimento disciplinare: infatti, è pur vero che sempre la Regola 5 (al punto 13) consente di notificare il provvedimento alla prima interruzione di gioco successiva, ma è notorio che l’assunzione della sanzione perde (almeno parzialmente) di efficacia se non viene adottata nell’immediato.
    In base queste considerazioni, gli Organismi internazionali invitano sempre più spesso gli Arbitri a ponderare bene quanto sopra indicato, limitandosi ad applicare il “vantaggio” soltanto in occasioni chiaramente appropriate, evitando di assumere “rischi indebiti” (UEFA 2006). In particolare, poi, se l’infrazione è meritevole di espulsione, il gioco non deve essere interrotto, per accordare il vantaggio, soltanto se c’è una grande probabilità di segnare una rete (FIFA 2004/2005).

    La seconda parte, che è stata introdotta successivamente (marzo 1996), fu voluta per assicurare comunque che la squadra del calciatore che ha commesso l’infrazione non potesse in alcun caso beneficiare di un’applicazione del vantaggio non andata “a buon fine”.
    Secondo tale disposizione, se è stato accordato un vantaggio e, nell’immediatezza (entro 2 o 3 secondi), questo non si è concretizzato, l’arbitro interromperà il gioco e punirà l’infrazione iniziale purché il pallone non abbia superato le linee perimetrali.
    In altre parole, potrebbe succedere che fattori indipendenti dal comportamento dei calciatori annullino il vantaggio presunto (ad esempio, un imprevisto rimbalzo del pallone; la perdita di equilibrio del calciatore che aveva subito il fallo, ecc…): in tal caso, l’arbitro è tenuto a decretare un calcio di punizione (o di rigore) per punire l’infrazione originaria.
    Qualora, invece, la squadra cui è stato accordato il vantaggio perda poi il possesso del pallone a causa di un successivo errore di un proprio calciatore (che sbaglia un passaggio, un tiro, ecc…), allora il gioco non può (e non deve) essere interrotto.
    In ogni caso, che interrompa il gioco o no, l’arbitro, se necessario, dovrà assumere la sanzione disciplinare prevista per quell’infrazione.

    Esaminata la questione del vantaggio dal punto di vista più prettamente tecnico, s’impongono alcune annotazioni e riflessioni di carattere generale:

  • Nel corso degli anni è stata posta molta enfasi, spesso a sproposito, sull’applicazione del “vantaggio” che ha condotto gli arbitri a travisare lo spirito della disposizione, facendone un uso improprio.
  • Non vi è alcuna attinenza tra il principio di non “spezzettare” il gioco (“Le Regole del Giuoco sono destinate a prevedere che le gare si svolgano con il minor numero possibile di interruzioni e, perciò, l’arbitro ha il dovere di punire esclusivamente le infrazioni chiare. Se l’arbitro interrompe frequentemente il gioco per lievi o dubbie infrazioni, provoca nervosismo nei calciatori e sottrae divertimento al pubblico”) e quello del vantaggio. Quest’ultimo, infatti, va applicato nei casi in cui c’è stata un’infrazione alle Regole mentre il primo stabilisce che l’Arbitro non deve punire violazioni incerte o irrilevanti delle Regole stesse.
  • È anche per quanto sopra esposto, che l’Arbitro deve indicare la concessione del vantaggio con un apposito gesto di una mano, eventualmente accompagnato da un’esclamazione misurata “Vantaggio !”, evitando invece qualsiasi gestualità quando lascia proseguire il gioco perché non reputa commessa alcuna infrazione. In questo modo, sarà evidente a tutti che, nel primo caso, l’arbitro ha visto l’infrazione e ha voluto accordare il vantaggio mentre, nel secondo caso, non è accaduto nulla di rilevante.
  • Quando l’Arbitro accorda il vantaggio, in pratica, sta “omettendo” di assegnare un calcio di punizione perché ritiene che l’interruzione del gioco consentirebbe alla squadra di chi ha commesso l’infrazione di posizionarsi e/o riorganizzarsi, facendo trascorrere tempo e guadagnando uno schieramento migliore, mentre al contrario chi ha subito il fallo potrebbe sfruttare la velocità dell’azione e l’eventuale cattiva dislocazione degli avversari.
  • Alla luce di ciò, è evidente che il semplice possesso del pallone non determina l’esistenza del vantaggio, anche perché sarebbe indifferente non interrompere il gioco o assegnare il calcio di punizione: in entrambi i casi il pallone sarebbe in possesso della stessa squadra (sarebbe ancor più evidente nell’ipotesi in cui un calciatore che ha subito un fallo, pur conservando il possesso del pallone, sia costretto a dirigersi indietro verso la propria porta senza la possibilità, invece, di attaccare rapidamente la porta avversaria).
  • Nell’applicare il vantaggio l’Arbitro deve anche tenere conto delle condizioni del terreno di gioco e della posizione in cui si verifica l’infrazione. Ciascuno di questi fattori, infatti, può essere essenziale nel prendere la migliore decisione. È ovvio che su un terreno di gioco allentato dalla pioggia, ad esempio, sarà più difficile lo svilupparsi di un’efficace azione d’attacco mentre è altrettanto innegabile che più l’infrazione è vicina all’area di rigore avversaria più è facile concludere con un tiro in porta. D’altronde, però, la mancata concessione di un calcio di punizione dal limite dell’area (con l’odierno proliferare di “specialisti”) o, addirittura, di un calcio di rigore può essere bilanciata soltanto da un vantaggio pari ad un’evidente (quasi certa) opportunità di segnare una rete (anche perché se l’Arbitro non interrompe il gioco per il vantaggio, e poi l’attaccante tira fuori o il portiere para, tecnicamente l’infrazione iniziale non può più essere sanzionata).
  • Altri due fattori che l’Arbitro non deve trascurare sono la “tensione agonistica” delle squadre e la gravità del fallo o della scorrettezza. In presenza di una gara molto “combattuta” con il ripetersi di falli, soprattutto se meritevoli di sanzione disciplinare, è opportuno che l’Arbitro limiti l’applicazione del vantaggio. Come già riportato, infatti, in queste circostanze è importante interrompere subito il gioco per assumere il provvedimento del caso (ammonizione o espulsione) sia perché è maggiormente efficace sia per evitare che si verifichino ripicche o contrasti tra i calciatori.
  • In seguito alla modifica operata nel 1996, la quale ha portato all’attuale enunciazione del vantaggio, si è travisato lo spirito e la lettera di questa prerogativa attribuita all’Arbitro. Molti, infatti, erroneamente hanno ritenuto che tale cambiamento “autorizzasse” l’Arbitro, in occasione di ogni fallo, a non interrompere il gioco indugiando qualche secondo “in attesa” di un eventuale vantaggio. Questa interpretazione però non è suffragata né dalla formulazione letterale né, tanto meno, dalla motivazione che indusse l’IFAB ad apportare l’innovazione (“Il nuovo testo proposto assicurerà che la squadra che ha commesso l’infrazione non tragga beneficio … da un tentativo sfortunato di utilizzare la clausola del vantaggio” da parte dell’Arbitro). È di tutta evidenza, quindi, che l’intento era di introdurre una “valvola di sicurezza” che consentisse all’Arbitro di poter rimediare ad un “infelice” applicazione del vantaggio. Questo, ovviamente, non ha in alcun modo mutato il principio fondante della disposizione: prima l’Arbitro deve essere convinto che ci sia un’immediata ed evidente situazione di vantaggio e, di conseguenza, non interrompe il gioco e mai il contrario.
  • In conclusione, gli Arbitri devono ricordare che:

    1. il vantaggio è uno strumento non per fluidificare il gioco, come spesso si sente dire, ma per assicurare che una squadra, in determinate circostanze, non sia penalizzata due volte: la prima perché ha subito un fallo o una scorrettezza, la seconda perché l’Arbitro ha interrotto il gioco per assegnare un calcio di punizione mentre avrebbe tratto maggior beneficio dal poter continuare l’azione;

    2. il vantaggio non deve essere ricercato, ma soltanto riconosciuto ed applicato, quando (e se) “spontaneamente” si presenta.

    Vincenzo Meli
    Responsabile Modulo Revisione Regolamento e Guida Pratica





    Obiettivi stagionali

    30 10 2009

    lazio

    Fra il quarto e l’ottavo posto.

    Questo è l’obiettivo in campionato che la squadra può raggiungere.

    L’avevamo detto e purtroppo così sarà.

    Per un momento, diciamolo, ci eravamo illusi tutti. Stessi punti della Juventus, -2 dall’Inter, +5 sul Milan, +6 su Roma e Lazio. Ci eravamo illusi di poter puntare almeno al secondo posto. Ma le illusioni sono morte sul gol annullato a Torino. A rischio di fare sempre i soliti discorsi e passare da “piagnistei” anche domenica ci sono stati episodi dubbi sull’arbitraggio viola.

    Ma il problema è un altro: a noi non sembra che gli arbitri abbiano preso di mira la Fiorentina, ma che prendano di mira “a turno” le squadre che potrebbero insediare la leadership di Inter e, soprattutto, Juventus. Una volta la Fiorentina, una volta la Sampdoria, una volta il Genoa, una volta la Lazio, una volta il Bari, etc… A noi mancano ancora 4 punti (tra la Lazio e Juventus) e soprassediamo il punto di domenica con il Genoa.

    Sul campionato lasciamo ancora aperto il discorso 3 posto perchè prima o poi la Sampdoria dovrà pagare dazio. Certo è che nelle trasferte di Roma, Genoa e Torino abbiamo raggranellato soltanto un punto e, volente o nolente, i numeri parlano chiaro.

    Il problema è capire se questa squadra più di così non può dare o è ancora lungi dall’aver raggiunto la maturità e può aspirare a traguardi più ambiziosi.

    Maturo è sicuramente il tifoso viola che nonostante 2 punti in 4 partite non accenna minimamente a una protesta alcuna.

    Per una volta diciamoci tutti un bel BRAVI.

    Soltanto mantenendo l’ambiente coeso si può puntare nuovamente al posto Champions.

    Notiamo con piacere che anche il gruppo dei giocatori è molto unito e questo alla lunga sarà un aspetto che pagherà…e non poco.

    Di contestare l’attacco, per ora, non se ne parla nemmeno; i gol arriveranno e numerosi.

    Basteranno 3 punti con il Catania per riportare il sereno in vista del Debrecen…





    Errori arbitrali: se poggio e buca fanno davvero pari…

    24 10 2009

    ladro

    L’avevamo detto qualche settimana fa.

    Notavamo un certo buonismo arbitrale nei confronti della Juventus e della Roma da parte dei direttori di gara. E di errori arbitrali nelle ultime domeniche se ne sono visti parecchi. A farne le spese è stata anche la Roma, che, ovviamente a Milano, si è vista privare di un rigore sacrosanto sullo 0-1 che avrebbe chiuso il match di San Siro. Quindi togliamo anche la Roma dalla lista delle “protette”, anche se certo i giallorossi non si possono lamentare di come vengono trattati dagli organi della Serie A, sia in campo arbitrale sia in tema di bilanci…

    E in questa lista di “favorite” chi rimane ?

    Ovviamente la Rubentus…

    Vista la pochezza tecnica del suo parco giocatori (non è un’eresia credetemi) stanno cercando di tenerla su con gli stuzzicadenti e quale miglior mezzo se non la classe arbitrale?

    Le squadre più penalizzate delle ultime due domeniche sono state Fiorentina e Sampdoria, entrambe defraudate di 4 punti. Immaginatevi la classifica con queste 2 squadre con 4 punti in più in classifica e la Juve un punto in meno…

    Domenica c’è Siena-Juventus: partita di solito “comoda” per la Rubentus…in tutti i sensi…vediamo se continuano gli “aiutini”…

    L’unica esente da questo discorso è l’Inter. Come dicevamo farà campionato a sè e così avverrà a meno di crolli improvvisi. Siamo stati buoni profeti nel predire entro 3 domeniche l’Inter abbondantemente in testa al Campionato.

    Adesso, purtroppo, attendiamo che alla Fiorentina vengano restituiti questi 4 punti e sapete a discapito di chi avverrà ? Di una squadretta, del Siena, del Livorno o magari del Cagliari…perchè questo sicuramente avverrà…per tener fede all’ormai famoso detto “poggio e buca fan pari…”

    L’errore con la Lazio potevamo anche tollerarlo, ma quello a Torino di fronte agli occhi dell’arbitro è inconcepibile…temevamo un certo tipo di comportamento e non ci sbagliavamo. L’unico modo per vincere a Torino era segnare 3 reti e svincolarsi da eventuali “ORRORI” arbitrali.

    Ma il responso è profondamente ingiusto perchè la classifica in questo momento sarebbe dovuta essere questa:

    Sampdoria  21

    Fiorentina, Inter 19

    Juventus 14

    …ai posteri l’arduo compito di assestare le “buche” generate da pessimi arbitraggi.