All’Olimpico di Roma si affrontano due dirette contendenti per l’europa. La squadra di casa parta sulla carta favorita e Montella prima e Diego Della Valle dopo, in settimana avevano caricato a dovere la squadra.
Il mister viola dopo aver fatto intendere un ritorno al 3-5-2 con l’inserimento di Roncaglia per Tomovic schiera nuovamente la Fiorentina con il 4-3-3 con Migliaccio unica novità al posto dello squalificato Aquilani.
La Fiorentina parte sorniona, Floccari prova ad impensinsierire la retroguardia viola nei primissimi minuti ma senza successo. Intanto i viola prendono possesso del centrocampo ma soprattutto del pallone che gira veloce tra i piedi dei gigliati nonostante un terreno di gioco reso lento dalla forte pioggia caduta. Pizarro e Borja Valero entrano in rampa di lancio e i laziali non riescono a toccare palla, al 14′ arriva il primo tiro verso la porta biancoceleste di Cuadrado che Marchetti para senza difficoltà.
Poco dopo ci prova pure Ljajic, pure oggi in gran spolvero, ma senza fortuna, intanto la viola preme ed al 19′ incursione di Ljajic che passa a Borja Valero che fa velo per l’arrivante Jovetic che infila Marchetti sul palo lontano per l’uno a zero.
La Lazio appare stordita dal vantaggio viola ed a parte un ‘azione fermata per fuorigioco (netto) non riescono a rendersi pericolosi, al contrario dei viola che continuano a macinare gioco ed a far “frullare” la palla a centrocampo.
Al 30′ bell’inserimento di Cuadrado che guadagna un corner, corner che porta la viola vicino al raddoppio con Jovetic che batte a rete da distanza ravvicinata ma la difesa laziale riesce a deviare la palla nuovamente in corner. In quello seguente solo Gervasoni vede un fallo di Gonzalo su Dias quando in realtà è stato il brasiliano su ben tre corner ha contrastatare fallosamente il giocatore argentino ma in Italia si sa i rigori per le trattenute non esistono.
Sul finire del primo tempo la Lazio inizia a giocare ma le sue azioni offensive non sembrano pericolose, la difesa viola riesce sempre a controllare gli attaccanti biancocelesti e Viviano non viene mai impegnato seriamente.
Inizia la ripresa e la viola riparte subito con un percussionedi Cuadrado che subisce fallo ma non per Gervasoni che invece concede al 4′ un calcio di punizione per la Fiorentina da una distanza di circa 25 metri, la batte Ljajic che calcia sul palo del portiere ma Marchetti ingannato si stava spostando dall’altro lato. Raddoppio per la viola e rete importantissima per il serbo che a suon di goal, assist ma sopratuttto tanto impegno sta riacquistando la simpatia dei tifosi gigliati.
Mentre la pioggia inizia a cadere molto forte inizia la reazione biancocelesta ma soprattutto di Emiliano Viviano che qui all’olimpico fu protagonista in negativo nello scontro coi giallorossi. Al 56′ bella punizione di Hernanes che tira all’incrocio ma trova la deviazione del portierone viola, poco dopo replica un altro bell’intervento su Kozak (subentrato ad Ederson) bestia nera dei viola.
Al 65′ azione pericolosa di Cuadrado che “guadagna” un giallo ai danni di Dias, la successiva punizione di Ljajic è di poco alta sulla traversa. E’ l’ultimo tiro del serbo che viene sostituito da Llama, Montella arretra così i due esterni lasciando il solo Jovetic in avanti.
La Fiorentina è assolutamente padrona del centrocampo ed è grazie soprattutto a Borja Valero che riesce a toccare e a non perdere neanche un pallone anzi rendedo i suoi passaggi sempre potenziali assist per i compagni. Ovviamente Pizarro non è da meno in quella che per lui non è una partita come le altre e lo si capisce dai fischi, della tifoseria biancoceleste, che accompagna ogni sua azione.
Al 82′ si vede la Lazio con un tiro di Onazi che termina fuori, intanto ultima girandola di cambi in casa viola con l’ingresso di Romulo per Cuadrado e di Sissoko per Borja Valero. Al 90′ unica sbavatura della difesa viola che su un corner per i laziali lascia Floccari indisturbato al tiro ma ancora una volta Viviano dice di no e mantiene la propria porta imbattuta.
Dopo 3′ di recupero Gervasoni emette il triplice fischio per una partita che vuol dire sorpasso ai danni dei biancocelesti e quarto posto in solitaria complice la contemporanea sconfitta casalinga dell’Inter.
LE PAGELLE
Viviano 7 torna sul luogo del delitto e ne esce alla grande. Poco impegnato ma quelle poche volte risponde alla grande! SARACINESCA
Tomovic 6,5 è un terzino vecchio stile più difensivo rispetto a quelli odierni ma va bene così se sulla fascia destra c’è un certo Cuadrado. ROCCIOSO
Gonzalo Rodriguez 7 forse sbaglia un solo passaggio ma per il resto comanda ottimamente la retroguardia viola. BALUARDO
Savic 6+ Floccari gli fa vedere i sorci verdi e non sempre riesce a contenerlo fortuna vuole che il resto della retroguardia vigila attenta dietro di lui. FORTUNATO
Pasqual 7 torna a fare il terzino e lo si vede difendere come mai prima aveva fatto, chissà se Prandelli se ne’è accorto. RINATO
Migliaccio 6,5 sostituisce un certo Aquilani e non lo fa rimpiangere anzi qualche tifoso lo preferisce all’ex romanista. GARANZIA
Pizarro 7,5 nel momento in cui decide di prendere le redini del gioco la palla scompare dai piedi biancocelesti. METRONOMO
Borja Valero 8 vero MVP della partita. E’ ovunque e non sbaglia un solo pallone anche se non segna è lui il vero intoccabile di questa squadra TOP PLAYER
(dal 88′ Sissoko SV)
Cuadrado 7- meno continuo del solito forse per il campo persante ma quando decide di partire o fai fallo o non lo fermi. TGV
(dal 86′ Romulo SV)
Jovetic 7 segna un gran gol e solo la difesa biancoceleste gli impedice la doppietta speriamo si ripeta ogni domenica. DECISIVO
Ljajic 7,5 segna e fa segnare, corre su ogni pallone… si sta conquistando il rinnovo ma soprattuo la stima della curva a suon di bellissime partite. UMILE
(dal 66′ Llama 6,5 entra in una gara già decisa ma lui comunquen non sbaglia nulla. OPERAIO)
Montella 8 non è un allenatore perfetto, a volte sbaglia ma ha la capacità di capire gli errori e di impegnarsi per migliorare. Se la viola esprime, a detta di tutti, il miglior calcio della serie A è soprattutto merito suo e questo non va dimenticato anche quando si perde.
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